ARCELOR: LUNEDI’ SCIOPERO DI 8 ORE DI FIM, FIOM E UILM

non coinvolgerà solo gli addetti diretti dello stabilimento ma anche il personale dell’indotto-appalto

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Sarà di otto ore a Taranto, e non di quattro, lo sciopero di lunedì prossimo indetto da Fim, Fiom e Uilm per protestare contro la grave crisi di ArcelorMittal e quello che i sindacati reputano ormai abbandono e disimpegno della multinazionale dell’acciaio. A Taranto su decisione delle sigle metalmeccaniche lo sciopero sarà infatti nelle ultime quattro ore del primo turno e nelle ultime quattro ore anche per il secondo turno.

Lo sciopero non coinvolgerà solo gli addetti diretti dello stabilimento ma anche il personale dell’indotto-appalto. Una protesta più ampia quindi. A livello nazionale Fim, Fiom e Uilm hanno indetto quattro ore di astensione dal lavoro in tutti i siti, dalle 9 alle 13,ma hanno poi lasciato alla singole realtà la gestione delle modalità. Lo sciopero è indetto nella giornata in cui i ministri Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo hanno convocato per la mattinata in call conference gli stessi sindacati, che hanno fatto pressing sul Governo, ArcelorMittal e i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria. A Taranto i sindacati hanno deciso di raddoppiare le ore di sciopero ed estenderle anche ai lavoratori delle imprese perché la situazione della fabbrica è giunta ad un punto limite, tra imprese e Confindustria Taranto che denunciano i mancati pagamenti per i lavori fatti, con fatture già scadute, stop ai cantieri per i lavori ambientali, produzione ai minimi termini (7000 tonnellate al giorno di ghisa con due soli altiforni in marcia) e massiccio ricorso alla cassa integrazione. Attualmente, 3200 persone sono in cassa integrazione a Taranto su un totale di 4900 addetti che è fuori dalla fabbrica tra cassa integrazione, malattie, ferie e permessi della legge 104. A ciò infine si aggiunga che qualche giorno fa ArcelorMittal ha bloccato la ripartenza di alcuni impianti col rientro di 630 lavoratori dalla cassa integrazione, ripartenza che aveva appena annunciato. (AGI)


“Un film ormai giunto ai titoli di coda”. Così Fim, Fiom e Uilm riassumono la grave crisi di ArcelorMittal mentre è in corso oggi lo sciopero a Genova e a Taranto si prepara la protesta di domani che vedrà un presidio di lavoratori davanti alla Prefettura. I sindacati parlano di “stato di abbandono in cui versa la fabbrica” e affermano che tutto questo costituisce “la chiara dimostrazione che il futuro ambientale, sanitario, produttivo e occupazionale, non può rimanere nelle mani di un interlocutore inaffidabile”. “Il 22 maggio, a partire dalle 8.30 – annunciano i sindacati -,saremo in presidio con i lavoratori davanti alla Prefettura di Taranto per manifestare le nostre preoccupazioni ma anche le nostre proposte per porre fine ad una gestione fallimentare di ArcelorMittal”. “Invitiamo a partecipare tutti i lavoratori – dicono le sigle sindacali – affinché sia chiaro al Governo che la situazione è divenuta insostenibile e che è giunto il momento di intervenire immediatamente”. Annunciando che al presidio di domani ci saranno anche i lavoratori metalmeccanici ed edili dell’indotto-appalto siderurgico, Fim, Fiom e Uilm affermano: “Faremo sentire al Governo la voce dei lavoratori che non hanno nessuna voglia di continuare a pagare per colpe che non hanno”. (AGI)

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