VERDE AMICO, LAVORATORI A RISCHIO

PER ORA NON CI SONO FONDI PER FAR PROSEGUIRE IL PROGETTO

È molto concreto a Taranto il rischio che gli addetti al progetto di bonifica leggera “Verde Amico” (circa 130 attualmente) restino disoccupati dal 24 febbraio, quando il loro lavoro terminerà. Il rischio è emerso in una call convocata dal prefetto di Taranto, Demetrio Martino, che è anche commissario di Governo per la bonifica, presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, Comune e Provincia di Taranto, la task force occupazione della Regione Puglia e i sindacati.
I 130 – negli ultimi tempi ridottisi rispetto alla platea iniziale – appartenevano alla società Taranto Isola Verde, che, per conto della Provincia di Taranto, ha effettuato negli anni lavori e manutenzioni assorbendo così personale che inizialmente apparteneva agli lsu. La società Taranto Isola Verde è stata poi messa in liquidazione a causa dello stato dei conti. Il personale, dopo un lungo periodo di crisi, è stato travasato nel progetto ‘Verde Amico’ ideato dall’allora commissario di Governo per la bonifica, Vera Corbelli.

Quest’ultima ha usato in prima battuta fondi della gestione commissariale e in seguito, con economie di spesa sul progetto, ne ha consentito una prima proroga. Finiti i soldi della gestione del commissario Corbelli, è di recente intervenuta la Regione Puglia con 600mila euro. Questo ha consentito di portare il progetto – che ha un costo annuo di 4 milioni – sino alla scadenza dei 24 mesi fissati, cioè il 24 febbraio prossimo. Oggi è emerso che non ci sono nuove risorse per prorogare il progetto, nè misure dedicate, nell’ambito dell’attività del commissario alla bonifica, per favorire la continuità di lavoro dei 130.
“Il sottosegretario Mario Turco – dichiara all’AGI Giancarlo Turi, segretario Uil – è stato molto chiaro nel dire che questo non è un problema che può rientrare nella programmazione del Contratto istituzionale di sviluppo affidato al suo coordinamento. Sono gli enti locali, per il sottosegretario, che nell’ambito delle rispettive programmazioni devono trovare i soldi”. Turco ha ricordato agli enti locali – partendo dal fatto che il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il governatore della Puglia, Michele Emiliano, hanno sottoscritto una lettera in cui reputano valido il progetto sinora attuato e ne chiedono la continuità – che hanno ottenuto nei mesi scorsi risorse per 30 milioni in 3 anni. Sono quelle che i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria hanno assegnato al Comune di Taranto (20 milioni) e ai Comuni dell’area di crisi ambientale di Taranto (10 milioni tra Massafra, Statte, Crispiano e Montemesola). Solo che queste risorse, a valle dei progetti presentati dai Comuni ed approvati da commissari Ilva e Mise, sono già state impegnate su progetti che riguardano il sociale e quindi ora non c’è spazio per altre iniziative.

“Nemmeno il prefetto, in qualità di commissario, ha risorse dedicate – prosegue Turi all’AGI – per cui nell’immediato bisognerebbe vedere di coprire le necessità dei lavoratori con gli ammortizzatori sociali. Oltretutto, si tratta di personale non lontano dalla pensione che necessita, in molti casi, di un accompagnamento”. Per Turi, “un’altra strada potrebbe essere quella di riversare quote dei 130 nei diversi progetti di bonifica in cantiere. Si tratterebbe, a questo punto – afferma -, di applicare la clausola sociale, che prevede che, a fronte di appalti pubblici, le imprese aggiudicatarie si facciano carico in parte delle maestranze disoccupate del bacino di crisi. Ma è un percorso da esplorare. E comunque – osserva Turi – travasando il personale altrove, non ci sarebbe più l’unicità del progetto come avvenuto sinora”.
Per il prefetto di Taranto, Martino, “il Tavolo per Verde Amico è permanente e continua sino a trovare la migliore soluzione occupazionale. Si avvicina la data di scadenza ed era necessario mantenere alta l’attenzione insieme alle parti sociali e agli enti”. Per il prefetto, “il problema principale rimane quello di reperire risorse adeguate per garantire la prosecuzione di questo progetto o di un progetto analogo che possa incardinarsi nella programmazione del Comune di Taranto. Il mandato che ci siamo dati – conclude Martino – è quello di reperire canali di finanziamento, anche da parte di più enti, che possano concorrere a formare la quota economica necessaria a garantire continuità”. (AGI)

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