UNA FAMIGLIA ISTRIANA, MARTEDI’ LA PRESENTAZIONE

Il volume di Virgilio Iacus

Martedì 10 dicembre prossimo in occasione della “giornata dei diritti dell’uomo” sarà presentato il libro “Una famiglia istriana” di Virgilio Iacus per raccontare i patimenti del popolo istriano italiano.
La presentazione si terrà alle 18.30 nella CASA DEL LIBRO in Via Liguria Taranto sede della casa editrice Antonio Mandese editore.

La II guerra mondiale, e le sue conseguenze, – scrive l’autore – hanno privato la mia gente degli affetti, della terra, dei beni, della casa e ci ha dispersi nel mondo cancellandoci, in questo modo, anche dalla storia.
Il libro non è nè un racconto né un romanzo, ma vuole essere una cronaca che cerca di evitare idee, sentimenti o emozioni che potrebbero, in qualche modo, deformare l’oggettività del fatto storico.
Si tratta di aneddoti che seguono il filone della storia della mia famiglia nel più grande filone della storia della mia regione e, più in generale di quello della II guerra mondiale.
Il libro prende in considerazione un periodo di dodici anni che vanno dal 1943 (con la resa dell’Italia agli alleati) al 1955 quando la mia famiglia ha potuto nuovamente riunirsi.
Il 1943 segna per l’Istria l’inizio di una guerra civile particolarmente caotica per le tanti parti in gioco e particolarmente cruenta per i tanti aspetti in conflitto (nazionalistici, etnici, partitici, religiosi).
Una guerra che che aveva coinvolto tutti e risparmiato nessuno.
La bandiera sulla copertina del libro rappresenta l’Istria come regione europea.
Il dorso del libro riporta una breve poesia del mio amico Bruno Pecchiari che descrive la fine della nostra storia.
“Forse un giorno si parlerà di un popolo che per vivere libero andò a morire lontano”.
Una testimonianza e un ricordo che sono lo scopo fondamentale del libro.

Proprio perché è, e vuole essere, soltanto una testimonianza i proventi del libro saranno interamente devoluti a beneficio dell’ANT l’Associazione Nazionale contro i Tumori nella speranza che, dopo tanti racconti di morte, si possa leggere, in futuro, qualche racconto di vita.

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