SOLDI DA BONIFICHE A SIDERURGICO: TANTI NO

TUTTI GLI INTERVENTI, DAL PD A EUROPA VERDE AI MOVIMENTI JONICI

Tutti contro lo spostamento di fondi nel decreto Milleproroghe dalla bonifica del territorio tarantino alla decarbonizzazione dello stabilimento Acciaierie d’Italia.

Di seguito tutti gli interventi:


PD-Pagano e Oddati

“La decarbonizzazione degli impianti siderurgici dell’Ex Ilva è una priorità, la cui realizzazione però non può avvenire a detrimento delle bonifiche ambientali da completare nel territorio tarantino. Il milleproroghe non sembra andare nella direzione giusta, ossia quella di dare a Taranto una prospettiva di sostenibilità senza dimenticarsi di farsi carico e riparare i gravi danni del passato”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, deputato pugliese e Capogruppo del Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio. “Il Governo deve spiegare il passaggio ad Acciaierie d’Italia dei 575 milioni dal patrimonio destinato agli interventi di ambientalizzazione dei siti compromessi. La decarbonizzazione non può trasformarsi da obiettivo a pretesto per tradire ancora una volta le promesse fatte. Né si può accettare l’ambiguità di questa partita di giro che regala risorse pubbliche a una società con un partner privato, invece di impiegarle per risarcire, con le dovute misure, chi in tutti questi anni ha patito il danno diretto e le sue conseguenze”.

“Inaccettabile tradire ancora una volta le aspettative del territorio jonico, dirottando 575 milioni di euro dalle bonifiche ad interventi nello stabilimento siderurgico”. Nicola Oddati, commissario provinciale del Pd di Taranto, commenta così la decisione contenuta nel Milleproroghe, che di fatto ribalta quanto era stato prospettato in precedenza.
“Gli interventi mirati a liberare la fabbrica dalle fonti fossili sono uno dei punti fermi per il nostro partito e, a più livelli, lo abbiamo dimostrato. Ma questo non significa – avverte Oddati- far scivolare in secondo piano un tema  essenziale e indispensabile per la rinascita della città, come appunto le bonifiche. Utilizzare risorse che dovrebbero servire per risollevare il territorio,  per aiutare l’ impresa, non va bene, e viola la direttiva europea sugli aiuti di Stato”.
“Non si può – conclude Oddati- continuare a chiedere pazienza e comprensione ad una comunità che va invece messa in condizioni di riscattarsi”.


Bonelli (Europa Verde)

“Il nostro esposto all’Unione europea per violazione della direttiva europea sugli aiuti di stato è in lavorazione”. Lo dichiara Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale Verdi Europa, a proposito di una norma contenuta nel decreto “Milleproroghe” che prevede che 575 milioni di euro dei complessivi 1.171 milioni di euro sequestrati anni addietro agli industriali siderurgici Riva per l’ex Ilva di Taranto siano trasferiti dalle bonifiche delle aree inquinate vicine alla fabbrica alla realizzazione dei nuovi impianti decarbonizzati di produzione dell’acciaio nello stabilimento di Taranto ora gestito dalla società Acciaierie d’Italia costituita da ArcelorMittal e Invitalia. Bonelli parla di “vergogna”. Anche per l’associazione Peacelink, molto attiva sul fronte ex Ilva  “ci stanno per sottrarre i soldi destinati alle bonifiche di Taranto. Le bonifiche della falda superficiale e profonda e dei terreni contaminati”.


Franco Rizzo (USB)

“Il decreto Milleproroghe destina parte delle risorse sequestrate ai Riva alla produzione e non più alle bonifiche. E’ gravissimo”. Lo dichiara il sindacato Usb col coordinatore Franco Rizzo dopo aver appreso la variazione d’uso di 575 milioni di euro che fanno parte dei 1.171 milioni di euro sequestrati anni addietro dalla Produra di Milano agli industriali dell’acciaio Riva, allora proprietari del gruppo siderurgico Ilva, e confluiti in Ilva in amministrazione straordinaria, in un patrimonio destinato, con finalità di bonifica delle aree inquinate di Taranto. Usb annuncia un sit in di protesta per le 9.30 del 7 gennaio contro quella che ritiene una scelta “inaccettabile”.(AGI)“Il nostro esposto all’Unione europea per violazione della direttiva europea sugli aiuti di stato è in lavorazione”. Lo dichiara Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale Verdi Europa, a proposito di una norma contenuta nel decreto “Milleproroghe” che prevede che 575 milioni di euro dei complessivi 1.171 milioni di euro sequestrati anni addietro agli industriali siderurgici Riva per l’ex Ilva di Taranto siano trasferiti dalle bonifiche delle aree inquinate vicine alla fabbrica alla realizzazione dei nuovi impianti decarbonizzati di produzione dell’acciaio nello stabilimento di Taranto ora gestito dalla società Acciaierie d’Italia costituita da ArcelorMittal e Invitalia. Bonelli parla di “vergogna”. Anche per l’associazione Peacelink, molto attiva sul fronte ex Ilva  “ci stanno per sottrarre i soldi destinati alle bonifiche di Taranto. Le bonifiche della falda superficiale e profonda e dei terreni contaminati”. (AGI)
TA1/CAR

Marescotti (Peacelink)

Secondo Alessandro Marescotti di Peacelink, “il decreto Milleproroghe è un labirinto. Il decreto tuttavia non è stato approvato e deve passare al vaglio di Camera e Senato. C’è la possibilità di evitare lo scippo dei soldi delle bonifiche”. “Perché è pericolosa la manovra di trasferimento dei fondi per le bonifiche alle attività produttive? Il rischio – prosegue Marescotti – è che Ilva in AS (Amministrazione Straordinaria) rimanga senza fondi e che gli stessi lavoratori siano prigionieri di una scatola vuota che non farà le bonifiche di suolo e falda”. “I fondi  – aggiunge Marescotti – andrebbero nelle attività produttive tradendo lo scopo per cui erano stati destinati e per cui la Procura di Milano aveva operato riportandoli in Italia dai paradisi fiscali dei Riva”. “”.Potrebbe intervenire la Commissione Europea per violazione della normativa sugli aiuti di Stato. Credo che segnaleremo questo alla Commissione Europea”. Dopo il sequestro ai Riva – anni addietro da parte della Magistratura di Milano – e il loro rientro in Italia dall’estero, i fondi in questione sono stati conferiti in un “patrimonio destinato” di Ilva in amministrazione straordinaria, affidata a tre commissari straordinari designati dal Mise, con lo scopo di provvedere alla bonifica di tutte le aree interne ed esterne alla fabbrica non cedute nel 2018 ad ArcelorMittal. (AGI)


Una strada diversa

L’anno 2022 parte con due notizie inquietanti sulla questione ILVA che ci impongono immediatamente, sia come movimento politico Una Strada Diversa, che come invito a tutto il centrosinistra locale, una presa di posizione ferma ed incisiva.

Il decreto “milleproroghe”, pubblicato a fine anno sulla “Gazzetta Ufficiale”, sposta le risorse economiche destinate ad Ilva in AS (risorse rinvenienti dal sequestro ai Riva) e finalizzate ad interventi di bonifica del suolo e della falda, ad Acciaierie d’Italia per interventi legati all’ammodernamento degli impianti di produzione. Una operazione che, oltre a trasformare Ilva in AS in una scatola vuota (con buona pace degli operai che speravano di tornare a lavorare proprio attraverso gli interventi di bonifica), scippa fondi importanti a quegli interventi di bonifica, necessari ad evitare ulteriore inquinamento e disastri ambientali nel nostro territorio. Un atto grave, che va assolutamente fermato e corretto durante l’iter parlamentare di conversione in legge del decreto milleproroghe.
Come se non bastasse, veniamo a conoscenza, attraverso una denuncia pubblica di Alessandro Marescotti, della contestazione da parte di ACCIAIERIE DI ITALIA della Valutazione Danno Sanitario (VDS) che aveva accertato un rischio cancerogeno inaccettabile derivante dalle emissioni dello stabilimento. Una contestazione propedeutica alla richiesta, sempre da parte di Acciaierie, di revisionare la VDS per evitare che i risultati in essa contenuti possano portare al riesame in senso restrittivo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), come richiesto dal Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Tra le altre cose, proprio in un momento storico in cui, a causa dello scioglimento del Consiglio comunale di Taranto provocato dalle dimissioni contemporanee di 17 consiglieri, la voce critica del Sindaco Melucci è stata sostituita da quella del Commissario Prefettizio, che il giorno del suo insediamento ha dichiarato, sulla questione ex Ilva, che “pensare che un’amministrazione locale debba entrare in conflitto con lo Stato significa non conoscere le regole della democrazia”.
Insomma, un vero e proprio ulteriore attacco al diritto alla salute della nostra comunità a favore della produzione a tutti i costi. Un attacco che ci auguriamo trovi immediatamente la ferma opposizione di tutte le forze del centrosinistra locale, che non possono più tollerare che Taranto sia sacrificata per interessi economici nazionali.

Una città per cambiare

A meno di 24 ore dall’ingresso del nuovo anno, il Governo targato Partito Democratico, Movimento 5 stelle, Lega e Forza Italia omaggia Taranto con il primo inquietante regalo.
Nel decreto Milleproroghe, lì dove non c’era spazio per i fondi per i Giochi del Mediterraneo, è stato stabilito che le somme sottratte ai Riva, precedentemente destinate ai fondamentali lavori di bonifica, verranno elargite ad Acciaierie d’Italia che le potrà impegnare nella produzione di acciaio.
Per l’ennesima volta Taranto viene sacrificata sull’altare del PIL, ancora una volta la produzione viene preferita alle bonifiche. La produzione di acciaio e tumori viene rifinanziata anche nel 2022, al netto della propaganda che parla dello stabilimento tarantino come un polo pronto da essere riconvertito per essere ecosostenibile.
Non ci stupisce che il PD dell’ex Sindaco Melucci e del Governatore Emiliano ed il M5s del Senatore Turco penalizzino nuovamente la nostra città, dimostrando, se mai ce ne fosse ulteriormente bisogno, che per loro conta mandare avanti la fabbrica a qualsiasi costo.
Bisogna produrre acciaio, vendendo fumo alla cittadinanza, prendendo tempo e continuando a condannare migliaia di bambini, donne e uomini a sopravvivere in una condizione ambientale e sanitaria drammatica.
I tarantini devono sapere che dietro le mille promesse si nascondono esclusivamente interessi economici e che l’unico modo per garantire un futuro sano per la cittadinanza e l’economia è la chiusura di quel mostro e la bonifica dei luoghi.
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