“PREGHIAMO PER TUTTI, MA DOVREMMO FARE DI PIU’ PER DIFENDERE LA VITA”

L'omelia dell’arcivescovo di Taranto S.E.R. monsignor Filippo Santoro per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Sunto dell’omelia dell’arcivescovo di Taranto

S.E.R. monsignor Filippo Santoro

per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti

cimitero di San Brunone Taranto

2 novembre 2019

 

 

La Commemorazione dei Defunti e il mistero della morte ci aiutano a comprendere meglio, attraverso di loro, il dono della vita. Guardiamo contemporaneamente al nostro limite e al desiderio di immortalità. La morte ci toglie il senso dell’autosufficienza, della vanità e dell’orgoglio e ci fa riflettere su ciò che dà senso alla vita. Il Figlio di Dio non è venuto a dare una spiegazione di questo mistero, ma liberamente si è calato nel dramma della morte e dopo una ingiusta condanna l’ha vissuta lui per obbedienza e per amore al Padre e a tutti noi. Il suo amore sino alla fine è con noi nei nostri drammi e nel dramma finale e ci apre la porta della vita che non finisce mai. Quella che noi vogliamo, per noi e per i nostri cari.

Ricordiamo e preghiamo per i nostri cari, parenti, amici e benefattori.

Ricordiamo le vittime del lavoro e del dovere. Che strazio celebrare le esequie di giovani lavoratori. L’ultimo, Mimmo Massaro, 40 anni, operaio di Arcelor Mittal, morto in un incidente sul lavoro il 10 luglio, cadendo in mare insieme alla gru sulla quale lavorava, crollata per la tromba d’aria che ha colpito la città. Il penultimo, sempre di Fragagnano, il 15 giugno, Antonio Dell’Anna, 54 anni, il vigile del fuoco morto in servizio mentre spegneva un incendio. Ricordiamo anche adulti e bambini vittime dell’inquinamento. Ricordiamo i morti per femminicidio, per droga, i tanti giovani morti dopo gli eccessi di una festa, i morti per gli incidenti stradali.

Noi preghiamo per tutti, ma dovremmo fare molto di più per difendere la vita.

Occorre un impegno e una vigilanza della famiglia, che deve intervenire prevenendo e seguendo i figli e non lasciandoli in pasto a mercanti di morte e al dominio imprudente e incontrollato dei social, le istituzioni educative, innanzitutto la scuola, la chiesa.

Mi ha raccontato una mamma: «Don Filippo attirate mio figlio ai campetti della parrocchia, altrimenti se lo prendono quelli del traffico di droga, lui cede perché guadagna in una settimana più di quanto guadagna in un mese mio marito pescatore. E poi ringraziamo le forze dell’ordine, che già svolgono un grande lavoro. Ma é urgente un impegno corale del Governo, delle forze politiche, dell’economia e della cultura per trovare nuovi sbocchi di lavoro.

Già Papa San Giovanni II, del quale abbiamo ricordato i 30 anni della visita a Taranto, aveva detto: «Il campanello di allarme è già scattato, anche qui a Taranto. Le nuove circostanze richiedono da tutti uno sforzo di rinnovata creatività, affinché agli uomini e alle donne di Taranto vengano offerte nuove possibilità di lavoro, possibilmente più confacenti alla realtà ambientale in cui essi vivono, le industrie del cosiddetto terziario, ma anche un’agricoltura rinnovata e tutto ciò che può gravitare intorno alla ricchezza del mare». E poi faceva riferimento alla necessità del “soffio del vangelo come ossigeno di vita degna dell’uomo”.

Per la nostra terra in particolare è più che mai urgente una concertazione per aprire nuovi sbocchi lavorativi, e per differenziare l’occupazione. La situazione è molto grave. Ciascuno – passatemi l’espressione, suona la propria musica per conto suo. Proprio per questo non possiamo andare avanti per inerzia aspettando l’esaurimento di tutte le energie e chi ne soffre sono soprattutto le categorie più deboli, i poveri, i giovani. Dobbiamo avviare insieme un movimento positivo, con una visione di insieme secondo dei passi concertati che partono dai giovani, dalla istruzione alla ricerca, alla innovazione e agli investimenti, alla cura della casa comune.

La Commemorazione dei fedeli defunti ci spinge alla gratitudine, a pregare per loro e a valorizzare la vita, a difenderla e a renderla più degna. Onoriamo i defunti e chiediamo al Signore risorto che ci illumini nel costruire un cammino di giustizia, di sviluppo e di pace per i vivi.

Per i cristiani ogni giorno è il giorno della Speranza. Così il Signore  illumina la vita quotidiana e ci sostiene nel passaggio della morte, in attesa che questa venga cancellata per sempre.

 

Commemorazione dei DefuntiIn evidenzaMons. Filippo Santoro