MORTO EMANUEL UNGARO, LO STILISTA FIGLIO DI UN SARTO DI FRANCAVILLA FONTANA

Lavorava in camice bianco, era definito il "chirurgo" dell'eleganza

E morto ieri a Parigi, 21 dicembre 2019, all’età di 86 anni, lo stilista Emanuel Ungaro, all’età di 86 anni

Attraverso i sogni e le memorie del passato, Emanuel Ungaro cercava di anticipare il futuro, di andare incontro ai desideri delle donne traducendo gli abiti in emozioni. Gonne cortissime a pois da portare con stivali inguinali, caban colorati in jersey abbinati a lunghi blazer oro e abiti in maglina di seta, con puzzle di fantasie floreali che accarezzavano e fasciavano le curve. («Così, appena fuori dall’ufficio le signore toglieranno la giacca rivelando un bel vestito. E saranno pronte per andare a cena», sosteneva). Tutto condito da quel tocco di seducente femminilità che è stato il filo conduttore dello stile mutuato da Emanuel Ungaro.

Lavorava in camice bianco, come un chirurgo dell’eleganza, vezzo che solo i sarti della sua generazione hanno conservato. E disegnando ascoltava brani d’Opera e di musica classica che lo ha sempre influenzato. «Il mio sogno è  fare abiti con gli stessi ritmi e le stesse armonie dei quartetti d’archi di Beethoven».

La storia
Emanuel Ungaro era nato a Aix-en-Provence nel 1933, ma i suoi genitori erano di Francavilla Fontana. «Mio padre Cosimo (antifascista, emigrò in Francia, ndr) faceva il sarto, io cucio dall’età di sei anni. Sono cresciuto in una famiglia numerosa. La domenica ci si ritrovava con gli amici per cantare: mio padre adorava l’Opera, io facevo Rodolfo e lui Mimì, le donne preparavano la pasta e le polpette. Ancora adesso quando mi sento giù di morale – confessava- mangio pasta e polpette. Mi confortano». A 22 anni lascia la Provenza, va a Parigi. Per sei anni lavora per il grande Balenciaga: «Un uomo straordinario: rigoroso, onesto, mai frivolo. E’ stato il guru della moda». Da Ungaro si sono vestite molte donne belle e famose: Caroline di Monaco, Isabelle Adjani, Salima Aga Khan, Catherine Deneuve, Jackie Kennedy, Lee Radzwill, la duchessa di Windsor, Lauren Bacall e Ira Furstenberg, le Rothschild…. E la sua prima musa, l’attrice Ainouk Aimeè della quale fu per anni fu molto  innamorato.
L’atelier parigino di Ungaro in Avenue Montaigne aprì i battenti nel ’68: lì nacque la sua couture; mentre le sue quattro collezioni di pr^et-à-porter femminile e le due maschili venivano prodotte in Italia, a Torino, dal Gruppo Gft. Ed è a Torino nel 1985 che Emanuel sfila in una collettiva memorabile al castello di Rivoli , con altri due famosissimi  colleghi prodotti dal gruppo Gft,  Armani e Valentino. Diceva sempre: «A ispirarmi c’èst le reve, toujour le reve. Il sogno, sempre il sogno. Ma mi piacerebbe anchedisegnare una linea di sportiva in cui trasferire i concetti dell’alta moda». Quell’alta moda che per lui significa libertà estrema, un «exercise de style». Perché, sosteneva lo scultore delle forme, la moda da sola è tremendamente noiosa, lo stile invece è qualcosa di sublime. «Io amo tutto ciò che canta. Amo Debussy e il Free Jazz, Paolo Uccello e Motherwell, Proust e Peter Handke, i colori, il colorismo, l’impressionismo. Amo il calore del Sud ed il freddo del Nord. Il couturier esiste per precorrere, indovinare un desiderio in un balzo. Io dovrei stare zitto. Sono i miei abiti a parlare» (fonte:la stampa.it).

A Parigi, nel 2016, una mega-festa per i 50 del marchio dello stilista più pagato al mondo

Lo stilista Emanuel Ungaro era cittadino onorario di Francavilla. In municipio nella città degli Imperiali, come egli stesso ha ricordato in alcune interviste, venne accolto con una grande manifestazione svoltasi molti anni fa. “Le orecchiette sono il mio talismano ed il dialetto francavillese non l’ho mai dimenticato”, ha dichiarato nel 2003 su Repubblica.  “Ungaro mancherà a tutti noi francavillesi ed all’intero ambiente della moda internazionale. Un esempio da seguire per i nostri giovani”, ha detto il presidente del consiglio comunale di Francavilla Domenico Attanasi (da Canale 85).

I funerali a Parigi, oggi23 dicembre 2019.

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