MITILICOLTORI, PROTESTA SOTTO LA PREFETTURA

CONTRO L'AUMENTO DEL CANONE DEMANIALE. INTERVIENE ANCHE IL CANDIDATO SINDACO MELUCCI

Manifestazione di protesta questa mattina sotto la Prefettura di Taranto dei mitilicoltori. Il sit in è stato organizzato da Confcommercio Taranto e da Unicoop Taranto per protestare contro l’aumento, ritenuto “abnorme”, del canone demaniale marittimo che determina “un grave danno per la produzione delle cozze a Taranto”. Una delegazione si è incontrata col prefetto, Demetrio Martino, che è anche commissario di Governo per la bonifica di Taranto, area in cui ricade anche il Mar Piccolo, specchio di acqua dedicato alla coltivazione delle cozze. Il rappresentante del governo ha comunicato ai mitilicoltori che il 9 marzo ci sarà un incontro col commissario al Comune, vertice al quale prenderanno parte anche tutte le altre organizzazioni di categoria. Il prefetto prenderà contatti con l’assessore regionale alle Politiche agricole, Donato Pentassuglia, con l’obiettivo d’individuare un percorso e possibili soluzioni in merito all’aspetto del canone demaniale marittimo.

“Per l’anno 2021 – è stato evidenziato oggi al prefetto – il decreto ‘Sostegni bis’ ha previsto il canone agevolato per i titolari di concessioni senza scopi di lucro. Nel 2022, invece, tale norma non è più stata rinnovata e quindi canoni demaniali marittimi sono aumentati a decorrere dall’1 gennaio 2022”.
I nuovi canoni, secondo gli operatori del settore, sono “fortemente dannosi” per la produzione. Si è infatti passati da 400 euro a 2.750, cui vanno aggiunti ulteriori oneri che si versano alla Regione per un totale di 3.500 euro. Sono circa un migliaio gli addetti alla produzione delle cozze a Taranto – da sempre riferimento principale della realtà ittica e marinara della città – per la quale si stanno anche mettendo in piedi soluzioni che la garantiscano e valorizzino con un marchio di qualità. Altre organizzazioni della pesca hanno inoltre sottolineato ai parlamentari Rosalba De Giorgi, Giovanni Vianello e Ubaldo Pagano che, oltre alla questione canoni demaniali marittimi, serve trovare una soluzione anche per la prosecuzione della bonifica dall’inquinamento del Mar Piccolo affinché il settore  possa ripartire. Il mondo della pesca ha in tal senso avanzato una richiesta, allo staff del ministro per il Sud, Mara Carfagna, responsabile del tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, per una convocazione a “discutere approfonditamente della bonifica del primo seno del Mar Piccolo”.


Sull’argomento questa è la presa di posizione del candidato sindaco Rinaldo melucci.

Conosciamo bene le rivendicazioni dei mitilicoltori, perché in questi ultimi anni siamo stati al loro fianco personalmente e come amministrazione comunale, per costruire percorsi alternativi e capaci di valorizzare ulteriormente una tra le produzioni maggiormente identitarie del territorio.
Comprendiamo anche le difficoltà di far fronte agli aumenti, in una condizione così particolare come quella locale, segnata dagli effetti dell’inquinamento e da un mercato spesso vittima di fattori esterni, come l’inserimento di novellame straniero.
Per questo siamo pronti a garantire il nostro sostegno agli operatori del settore, dichiarando già la nostra disponibilità a proseguire sulla strada della valorizzazione che abbiamo imboccato con loro. La definizione di un disciplinare di produzione con Slow Food, il lancio della sperimentazione delle retine biodegradabili, il lavoro compiuto sul Piano delle Coste e l’impegno a istituire un tavolo permanente per la mitilicoltura, sono tutte azioni concrete che hanno offerto al settore una prospettiva.
A queste, va aggiunta l’opera svolta in questi ultimi mesi dall’ex assessore allo Sviluppo Economico Fabrizio Manzulli, che ha spinto molti piccoli produttori ad aderire a cooperative esistenti per diluire i costi delle concessioni.
Ci auguriamo che le istituzioni cui oggi si rivolgono i mitilicoltori sappiano cogliere gli appelli lanciati dagli operatori, come abbiamo fatto noi in questi anni. È una necessità, per un settore che rappresenta un altro pezzo della strategia di diversificazione produttiva che abbiamo immaginato per Taranto.
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