IRIS, RISCHIO DI SCIOPERO

RIPRENDONO LE AGITAZIONI NELL'INDOTTO ILVA

In arrivo i primi scioperi nell’indotto siderurgico dell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia (ArcelorMittal Italia e Invitalia). Si tratta dell’azienda Iris che si occupa di metalmeccanica ed impiantistica. “Entro giovedì 19 agosto 2021, qualora non venissero corrisposti i pagamenti delle retribuzioni del mese di luglio, si riattiverà lo stato di agitazione con sciopero di 8 ore per ogni turno di lavoro a partire da venerdì 20 agosto 2021 sino a quando non saranno erogate le dovute spettanze nei confronti dei lavoratori”: lo comunicano all’azienda Iris i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb.

Le sigle metalmeccaniche, prima della pausa di Ferragosto, hanno incontrato l’azienda Iris ed hanno deciso “la sospensione dello stato di agitazione a partire da subito, l’utilizzo delle ore di lavoro straordinario nel rispetto di quanto previsto dal Ccnl informando preventivamente tutti i lavoratori, l’alternarsi dei lavoratori su turni avvicendati”, nonchè hanno fatto all’azienda un “ulteriore sollecito nella corresponsione del Welfare”. “Siamo adesso in attesa che la Iris ci dia un segnale, domani è l’ultimo giorno utile perché sia erogato lo stipendio di luglio, che è l’unico arretrato da saldare” dichiara ad AGI Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl. “In verità il caso Iris non è isolato, diverse altre aziende – aggiunge Castronuovo – devono saldare le retribuzioni o sono in ritardo oppure erogano acconti. Alla Iris si è ricorsi alla proclamazione dello sciopero perché c’è stata la pressione dei dipendenti, ormai stanchi di questa situazione e delle continue incertezze. Non è infatti il primo mese che lo stipendio è ballerino”. “Nell’indotto – conclude Castronuovo – si sono intanto rimesse in moto le assunzioni. Con i cantieri che sono stati riaperti dopo la lunga interruzione per il Covid, con i lavori che sono ripartiti, le imprese dell’indotto stanno facendo assunzioni. A tempo determinato ovviamente, due-tre mesi in base alle necessità, ma qualcosa si è rimesso in moto. Tuttavia il nodo degli stipendi continua ancora a interessare molte imprese”. (AGI)

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