ILVA, USB DENUNCIA: “TRATTATIVE SEGRETE, NON SI PARLA DI LAVORO, SALUTE, AMBIENTE”

Ripresa degli incontri domani al Ministero dello sviluppo economico con Am Investco

“A differenza di ciò che dicono alcuni sindacati, millantando che tutto è fermo, le trattative tra Mittal e gli stessi sindacati continuano clandestinamente – afferma Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto-. USB non vi partecipa però, perché non intende assecondare la volontà della multinazionale”. Il coordinatore si riferisce in particolare alle condizioni che il gruppo acquirente di Ilva ha imposto ad ottobre e che sono ancora attuali: massimo 10.000 lavoratori assunti, forse 500 in più con assunzione diretta AmInvestco o associate, a fronte dei 14200 attuali; discontinuità anche economica nel rapporto di lavoro, quindi nuovi contratti con il jobs act; possibilità di scorporo o esternalizzazione di alcune attività e quindi di interi gruppi di lavoratori; verbale di “null’altro a pretendere” da sottoscrivere nel passaggio con Mittal; il quasi totale azzeramento dell’appalto Ilva.

“Probabilmente drammatizzeranno la situazione per ‘convincere’ i lavoratori che un accordo su queste basi è l’unica soluzione per risolvere la questione, quindi prepariamoci al peggio”, va avanti Rizzo. Il coordinatore fa anche un passaggio sulla questione copertura parchi: “Sui lavori di copertura parchi, sappiamo che giorno 1 febbraio c’è stata l’inaugurazione del cantiere in pompa magna, da allora e fino ad oggi nulla è stato fatto, i cocci della bottiglia che sono serviti per l’inaugurazione sono ancora lì per terra”. Secondo USB la vertenza Ilva è nata su presupposti sbagliati. “Si tratta sulle esigenze di Am Investco e non su quelle dei lavoratori e della comunità intera – prosegue Rizzo -. La trattativa doveva tenere al centro il diritto alla salute e quello al lavoro, di salute e di ambiente su quei tavoli non si è mai parlato. Una trattativa condotta da Calenda in maniera dilettantesca a tratti anche ‘troppo’, sul classico schema ALITALIA-PIOMBINO, schema in cui il conto dei danni salatissimi prodotti dalla politica e dai padroni, è stato presentato ai lavoratori”. Secondo USB Sulla questione ILVA le vie di uscite c’erano e ci sono: “Innanzitutto il mantenimento degli attuali livelli occupazionali con AM INVESTCO con il passaggio di tutti i lavoratori alle stesse condizioni contrattuali ed economiche attuali, senza nessuna cessione di attività o scorporo”. Successivamente piano straordinario per: incentivazione volontaria all’esodo; riconoscimento dei benefici di legge sull’amianto; estensione dei benefici del lavoro usurante in siderurgia; codice appalti garanzie per tutelare le aziende virtuose del territorio e i lavoratori dell’appalto, eliminando il massimo ribasso e garantendo ai lavoratori condizioni contrattuali vere e non assunzioni con contratti a termine a chiamata o tramite agenzie di somministrazione; trasferimento uffici acquisti e commerciale a Taranto; tutela ambiente e salute; piano di bonifica con la cabina di regia delle istituzioni locali.

Francesco RizzoIlvaMisePrimopianoUsb