EX ILVA, PER LA FIOM C’E’ “RISCHIO DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE”

L'Usb pensa positivo: decisivi i prossimi tre mesi

(AGI) Per Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia, la riunione del tavolo istituzionale permanente di Taranto “a cui peraltro le parti sociali sono presenti in qualità di uditori senza quindi diritto di interlocuzione, conferma la scelta del Governo per un processo di bonifica, diversificazione e riconversione economica del territorio. Si tratta di una serie di impegni già previsti dal contratto di programma e su cui è difficile non concordare, va segnalato semmai il ritardo dell’avvio di questo processo”. Per la Fiom, spiega Venturi in una nota, “il rischio non è la diversificazione delle produzioni sul territorio di Taranto, ma il pericolo è che la diversificazione possa in qualche modo coincidere con la desertificazione industriale”. E osserva: “Non crediamo sia un caso che all’esterno del tavolo istituzionale tutta l’attenzione si sia catalizzata sulle vicende del DL Crescita, dalle disposizioni sulle immunità penali e sulle nuove incertezze delle prospettive industriali, occupazionali ed ambientali dello stabilimento di Taranto e di tutto il gruppo ArcelorMittal, a partire dalla condizione dei 1.700 lavoratori in cassa integrazione straordinaria a cui si aggiungono i 1400 in cigo. Come è stato anche in queste ore ribadito, ai destini dello stabilimento di Taranto sono inevitabilmente legati anche le sorti più generali degli altri siti del gruppo, del settore siderurgico del Paese e del suo peso rispetto allo specifico contributo al Pil. Il ministro Luigi Di Maio – conclude Venturi – convochi urgentemente il tavolo al Mise per la verifica del rispetto degli impegni previsti nell’accordo del 6 settembre 2018”.


“E’ positivo il ritorno dopo due mesi dei ministri del Governo che portano impegni più chiari rispetto al progetto di riconversione di Taranto”. A dirlo, il coordinatore del sindacato Usb, Francesco Rizzo, dopo il vertice di oggi in prefettura a Taranto. Per l’Usb, tuttavia, “il banco di prova lo avremo nel prossimo trimestre dove si darà attuazione, quindi passare dalle parole ai fatti in relazione a quanto dichiarato dai ministri”. “Appoggiamo la posizione del ministro Di Maio – afferma ancora l’Usb – in merito alla questione immunità penale ricordando che lo scorso anno, in occasione del primo incontro con Arcelor Mittal, una delle richieste avanzate dall’Usb fu proprio il ritiro dell’immunità penale. Riteniamo, inoltre, positiva l’introduzione della Valutazione del Danno Sanitario preventivo che è un’altra richiesta che il sindacato Usb aveva avanzato in un documento indirizzato al ministro Di Maio ad agosto del 2018″. Rizzo dell’Usb ha anche brevemente incontrato Di Maio in Prefettura a Taranto. “Ho spiegato al ministro – dichiara Rizzo – lo scetticismo che proviamo come sindacato Usb rispetto alla cassa integrazione e ho ribadito al ministro la grave situazione rappresentata dal mancato rispetto degli accordi da parte di ArcelorMittal”.

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