EX ILVA, DOMANI NUOVO INCONTRO SU CASSA INTEGRAZIONE

LE PERPLESSITA' DELLA FIM, IL NO A "FIRME FACILI" DI USB
“Il confronto presso il Ministero del Lavoro di domani verterà sul rinnovo della procedura di Cassa Integrazione. Siamo ben consapevoli che ci sono ancora troppe mancanze da parte aziendale e da parte ministeriale, prima tra tutte la mancanza di confronto sul piano industriale, il futuro assetto societario con eventuale nuova governance e chiarezza – soprattutto – sul rilancio del Gruppo ex ILVA oggi Acciaierie D’Italia.
Non sappiamo ancora come si intenderà la produzione al di là delle discussioni territoriali e quali sono i progetti di rilancio sulle aree di finitura dei prodotti nei siti di Taranto, Genova e Novi Ligure. Rimarchiamo la nostra richiesta di riaprire il confronto sulla gestione del siderurgico per l’anno 2023 dato che il management attuale non sta andando verso gli obiettivi annunciati a parole sul rilancio del Gruppo.
Se come sindacato abbiamo queste preoccupazioni e la necessità di confronto da una parte, dall’altra non possiamo non pensare e preoccuparci a come tutelare al meglio i lavoratori che, piano industriale discusso o meno, sono oggi e continueranno a essere posti in cassa integrazione. I soli “dubbi” ad oggi non hanno migliorato le condizioni economiche di queste famiglie e per noi ogni occasione è utile per provare fino all’ultimo minuto una strada per garantire loro migliori condizioni. Il nostro “no all’accordo” dello scorso anno è stato senza dubbio motivato da condizioni inaccettabili poste dall’azienda, prima tra tutte gli esuberi di fine cassa integrazione e la questione salariale, ma se anche Acciaierie D’Italia farà la sua parte cercheremo spazi per una trattativa seria il cui esito è ancora oggi incerto”.

 

Alla vigilia dell’incontro si esprime così Franco Rizzo, Esecutivo Confederale Usb: “Siamo   come sempre disponibili a parlare, ma non regaleremo firme su accordi per nuova cassa integrazione che, ancora una volta, coinvolgerebbe ben 2.500 lavoratori dello stabilimento tarantino. Indispensabile per noi che ci sia un confronto serio sulla prospettiva di rilancio per la fabbrica ionica, ma anche per quelle di Genova e Novi Ligure. Bisogna quindi ragionare in ottica futura, e intanto discutere del riconoscimento dei ratei e della possibilità di integrare il salario piuttosto ridotto dei cassintegrati,  ma anche della necessaria rotazione integrale tra tutti i dipendenti, nonché di garanzie per quel che riguarda il futuro dei 1600 lavoratori  di Ilva in Amministrazione Straordinaria. Platea questa appena menzionata, che dovrebbe essere reinserita in fabbrica, a partire dall’agosto prossimo, sulla base degli accordi sottoscritti nel settembre del 2018 in sede ministeriale. Al momento, in merito, nulla è dato sapere nonostante manchino poco più di quattro mesi”.

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