EMISSIONI ODORIGINE AI TAMBURI: IL CASO-IRIGOM IN COMMISSIONE AMBIENTE

Il presidente Mazzarano: "Subito un Piano odori". E non solo
Qui di seguito una nota della Commissione Ambiente della Regione Puglia.
“Le numerose segnalazioni provenienti dai residenti del quartiere che riportavano nauseabonde emissioni odorigene dallo stabilimento RV Irigom, hanno indotto la Provincia di Taranto a sottoporre a riesame  l’autorizzazione ricevuta con PAUR nel 2021, per eliminare le molestie olfattive che sono state segnalate da Arpa Puglia come le più rilevanti della zona. L’odierna audizione in V Commissione (16-6-2025 – , presieduta da Michele Mazzarano,
quando è ancora in corso l’iter di revisione della  Autorizzazione Integrata Ambientale, ha consentito di produrre aggiornamenti dai rappresentanti di Arpa, Asl e Provincia di Taranto, ma in particolare di apprendere dal dirigente del Centro Regionale Aria Taranto di Arpa, che il gestore deve provvedere ad attivare, a titolo preventivo e cautelativo nei confronti dei residenti ai Tamburi, un adeguato sistema di trattamento delle emissioni odorigene prodotte dal materiale attualmente stoccato sotto la tettoia e presentare un “Piano odori” che consenta il monitoraggio continuo della pressione olfattiva.
Una delle più gravi criticità segnalate riguarda la collocazione dell’impianto vicino all’abitato e alla scuola Deledda. In passato infatti genitori, insegnanti e alunni hanno più volte segnalato e contestato i cattivi odori provenienti dallo stabilimento Irigom.
Nell’audizione della V commissione è stato evidenziato come l’impianto in questione sia stato realizzato con finanziamenti pubblici attraverso l’Accordo di Programma tra Ministero dello Sviluppo Economico, Invitalia e Regione Puglia denominato “Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale per l’Area di Crisi Industriale Complessa di Taranto”. Si tratta dello stesso perimetro dell’Area ad alto rischio ambientale.
Per queste ragioni, la Commissione Ambiente della Regione Puglia continuerà ad approfondire questo insediamento industriale e il suo impatto ambientale in un’area già abbondantemente compromessa”.
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