ARCELORMITTAL: “ANDIAMO AVANTI”. MA PER FIM CISL LA SITUAZIONE E’ CRITICA

"LE AZIENDE DELL'APPALTO SONO IN GRAVE SOFFERENZA ECONOMICA"

ArcelorMittal include gli investimenti in Italia per l’ex Ilva tra i tre progetti che “continuano”, mentre “tutte le spese in conto capitale non essenziali sono stati sospese”. Gli altri investimenti che vanno avanti sono quelli per un laminatoio a caldo in Messico e per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. L’azienda, nella nota sui risultati trimestrali, ripercorre gli ultimi passaggi dell’operazione italiana, con il nuovo accordo con il governo firmato il 4 marzo, che prevede l’ingresso nel capitale di un soggetto pubblico e l’indicazione e di Invitalia per la trattativa. “In caso l’accordo di investimento non sia sottoscritto entro il 30 novembre – sottolinea il testo – Am InvestCo ha il diritto di ritirarsi, a fronte di un pagamento concordato. La chiusura dell’accordo di affitto e vendita è ora programmata entro maggio 2022”. (ANSA).


“A noi risulta che le aziende dell’indotto-appalto siderurgico di Taranto sono gravemente in sofferenza economica e dubitiamo che lo scaduto fatture non pagate sia solo di 35 milioni”. Lo dice all’AGI Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl. “Antonio Lenoci, presidente della metalmeccanica per Confindustria Taranto, indica questa cifra di scaduto e annuncia che ArcelorMittal ha pagato 3 milioni, ma lui – afferma Castronuovo – parla solo per Confindustria mentre qui ci sono tantissime aziende che non fanno parte di Confindustria e di queste, allora, che ne facciamo? Non è possibile fare un discorso a metà, perché in ArcelorMittal ci sono almeno 300 aziende, non tutte sono rappresentate da Confindustria, e stanno tutte malissimo. Come sindacato – aggiunge – siamo bersagliati ogni giorno da telefonate e non solo dei lavoratori, ma delle stesse aziende, degli imprenditori. Ed è solo un quadro di negatività”.

“È stato annunciato che ArcelorMittal ha reimpostato il programma dei pagamenti e questo permetterà una migliore gestione della situazione. Noi – afferma Castronuovo – vediamo invece che le cose vanno sempre peggio. Sentiamo dire ogni giorno che si aspetta l’intervento del Governo, che si aspettano le elezioni regionali in Puglia per risolvere la questione ArcelorMittal e intanto la situazione precipita. Eppoi – aggiunge Castronuovo -, quand’anche lo scaduto delle sole aziende associate a Confindustria fosse di 35 milioni e ne sono stati pagati appena 3, come si fa a dire che è un passo avanti? Ci sono aziende che vantano verso il committente ArcelorMittal importi rilevanti di diversi milioni”. Castronuovo indica poi ad AGI una serie di “elementi” che definisce “molto critici”. “Per gli stipendi – afferma il sindacalista Fim Cisl – c’è chi ha dato solo acconti e chi, invece, è in ritardo di qualche mese. L’elemento perequativo di 480 euro che si versa a giugno, è stato dato solo da qualche impresa. Il bonus da 200 euro risulta largamente non pagato. Quando i lavoratori chiedono le loro spettanze, le aziende rispondono: sto aspettando che mi paghi ArcelorMittal”. “Ma c’è di più – prosegue ad AGI Castronuovo -. Poichè le aziende non stanno pagando, anche il Fondo MetaSalute dei metalmeccanici ha sospeso le prestazioni. Questo vuol dire – afferma Castronuovo – che se un lavoratore si sta sottoponendo ad una cura, l’ha dovuta interrompere perché la prestazione non è più coperta. Siamo arrivati anche a questo”. “I lavoratori sono disperati – conclude Castronuovo -. Chi viene chiamato al lavoro, non ha nemmeno i soldi per prendere l’auto e recarsi al cantiere nel siderurgico. Non ci siamo mai trovati in una situazione così”.

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