ARCELOR, 8000 IN CASSA INTEGRAZIONE

LETTERA DELL'AZIENDA AI SINDACATI

ArcelorMittal Italia conferma il numero massimo del nuovo ricorso alla cassa integrazione ordinaria per crisi di mercato per lo stabilimento siderurgico di Taranto: 8.128 dipendenti. È giunta poco fa la lettera dell’azienda ai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb, Ugl e alla rsu aziendale con la firma del direttore del personale, Arturo Ferrucci. La nuova cassa integrazione decorrerà dal 29 marzo per un periodo “presumibile”, dice l’azienda, di 12 settimane. La motivazione: “A causa dell’emergenza epidemiologica Covid 19 – scrive il direttore del personale – ancora in atto in tutto il territorio nazionale e internazionale, i cui effetti continuano ad avere riflessi in termini di calo di commesse e ritiro degli ordini prodotti, considerato altresì il parziale blocco di parte delle attività produttive, distributive, manifatturiere e commerciali”. Ferrucci parla di un contesto “difficilissimo” anche per “la chiusura degli ordini e delle fatturazioni visto il drastico calo registrato in questi mesi dei volumi e di conseguenza delle attività produttive”.
Tutto questo, afferma ArcelorMittal, fa sì che l’azienda si trovi “nella condizione di dover procedere ad una riduzione della propria attività produttiva”. ArcelorMittal ha avviato la cassa integrazione per crisi di mercato a Taranto già da luglio 2019, cioè pochi mesi dopo (novembre 2018) il suo arrivo come gestore in fitto rispetto a Ilva in amministrazione straordinaria. La cassa ordinaria da luglio sino a fine febbraio-primi di marzo 2020, è stata sempre chiesta per un numero massimo di 1.200 dipendenti, poi col ricorso alla cassa integrazione Covid e adesso con la ordinaria, i numeri sono significativamente aumentati coinvolgendo quasi tutta la forza lavoro di stabilimento. (AGI)

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