“ACCIAIERIE D’ITALIA, BISOGNA FARE PRESTO”

il commento di Giampiero Mancarelli, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Taranto

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«L’azienda e l’ad Morselli devono aprirsi maggiormente al territorio e adottare provvedimenti che devono essere preventivamente discussi con le parti sociali, e non presi in maniera unilaterale». Questo il commento di Giampiero Mancarelli, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Taranto, sull’attuale situazione di Acciaierie d’Italia.

«Il ricorso massiccio alla cassa integrazione, i ritardi sui pagamenti alle aziende dell’indotto, il continuo rimandare chiarimenti sui lavoratori di Ilva in A.S., la mancata attenzione sui reparti obsoleti, privi di sicurezza e che rappresentano un pericolo per gli operai. Le questioni sono tante e tutte importanti, non si può continuare a rimandare il confronto nonostante il segnale lanciato dall’uscente Governo Draghi».

Mancarelli si riferisce alla dote dell’ultimo Esecutivo da un miliardo assegnato con il decreto Aiuti Bis ad Invitalia per aumentare il capitale di Acciaierie d’Italia e all’ulteriore miliardo di euro previsto dal decreto Aiuti Ter, destinato alla produzione del pre-ridotto di ferro (materiale che consuma meno coke negli altiforni) con idrogeno da fonti rinnovabili. «Il Governo Draghi, nonostante la crisi causata da chi ha voluto farlo cadere, ha stanziato queste importanti risorse alla fabbrica. Ora è il momento che, con l’insediamento del nuovo Esecutivo, l’azienda collabori di più per affrontare una serie di questioni, come l’accelerazione dei tempi per le misure di bonifica dell’amianto ed estendere i benefici previdenziali da esposizione alla fibra. E poi i ritardi dei pagamenti all’indotto: così come hanno giustamente ribadito i sindacati, che hanno recentemente annunciato una mobilitazione nazionale, si rischia l’esplosione di una bomba sociale».

«La nostra posizione resta chiara e ferma – continua Mancarelli – lavorare per un radicale cambio di prospettiva ecologica, con tutto quello che è possibile fare per la chiusura dell’area a caldo dell’ex Ilva e di tutte le fonti inquinanti. Avviare un’ecologia integrale concreta, seguendo le politiche europee sulla decarbonizzazione, fondate sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e sul Green City Accord dell’UE. Regione Puglia, Comune di Taranto e i Comuni della Provincia, con il supporto dell’Agenzia regionale strategica ASSET stanno contribuendo alla scrittura del Piano territoriale d’azione per una transizione giusta, definendo le necessità di diversificazione economica, riqualificazione professionale e risanamento ambientale del territorio. Ma non basta. Serve che anche il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale faccia la sua parte».

«Da parlamentare – conclude il candidato del centrosinistra – oltre che supportare il lavoro degli enti locali coinvolti, vigilerò affinché la destinazione d’uso di tali fondi sia realmente rivolta a progetti di riqualificazione, in particolare delle aree circostanti le zone dell’ex-Ilva, in una logica di risarcimento del danno ambientale e sociale subito dal territorio tarantino a causa della grande industria»

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