IMU A GROTTAGLIE, L’INTERVENTO DI CASSESE

Il parlamentare M5S suggerisce soluzioni per la questione comparto C

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“Abbiamo l’urgenza di liberare dalla spada di Damocle di un’Imu ingiusta i nostri cittadini proprietari dei terreni del Comparto C, che non possono più aspettare, esasperati da posizioni debitorie e pignoramenti in corso inaccettabili, soprattutto in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo dovuto alla Pandemia. Esiste una soluzione nell’immediato: lavorare affinché venga approvato il Programma Pluriennale di Attuazione, uno strumento urbanistico non più obbligatorio, che però consentirebbe di individuare e programmare, per un quinquennio, in modo finalmente realistico, le aree che si potranno utilizzare concretamente per l’edificazione, prevedendo solo per esse un’Imu ragionevolmente basata sulla loro prossima edificabilità. Edificabilità stabilita non più astrattamente, ma sulla base di piani di lottizzazione da presentare nei 5 anni.” Così il deputato Gianpaolo Cassese (M5S) torna sulla vicenda che lo vede impegnato da tempo sia a livello locale che nazionale.
“Attraverso questo strumento, le tasse da versare all’erario si ridurrebbero fortemente per tutti quei terreni che, pur rimanendo astrattamente edificabili secondo le previsioni del Piano Regolatore Regionale, non saranno comprese nel Programma Pluriennale di Attuazione.” prosegue Cassese.
“Trovo inopportuno che il Comune di Grottaglie, invece di mettersi a disposizione per risolvere una volta per tutte il problema, proponga la suddivisione dei comparti in sub-comparti, come si evince dalla Deliberazione 122 dell’ 8 maggio scorso. E’ una soluzione illusoria, demagogica, che paventa per tutti la possibilità di costruire, mentre in quelle aree quasi sicuramente non si edificherà mai. E questo il Comune lo sa” aggiunge.
“Per ulteriore chiarezza voglio sottolineare che, in base a quanto prevedono le norme stabilite sia dal Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 , sia dalla Deliberazione della Giunta Regionale 4 novembre 2003, n. 1629 che approva il Piano Regolatore Generale, l’edificabilità di un’area viene stabilita sulla base del rapporto tra abitanti e volume, che per l’esattezza corrisponde a 100 metri cubi per abitante. Ebbene, i metri cubi autorizzati dalla Regione erano in rapporto ad in aumento di popolazione previsto ma mai avvenuto. Ciò significa che, di fronte ad un decremento demografico i volumi edificabili vanno ricalibrati. In molti comuni italiani infatti si sta procedendo nella direzione indicata dal decreto ministeriale, riducendo le aree edificabili e dunque liberando dalla tassazione Imu sproporzionata tutti quei terreni che non vedranno mai piani di lottizzazione. Se la legge venisse applicata con rigore – aggiunge Cassese – oggi non ci troveremmo in questa situazione, dovendo fare i conti con un Piano Regolatore Generale del tutto anacronistico” precisa il deputato.
“L’adozione del PPA, che è l’unico strumento ragionevole, equilibrato e che consente di intervenire con immediatezza sul problema che abbiamo di fronte, non esclude che si debba lavorare ad un Piano Urbanistico Generale – che come sappiamo richiede tempi lunghi – che sia in grado di misurarsi con i cambiamenti avvenuti nel territorio e che ripensi la città complessivamente” conclude Cassese.

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