EX ILVA: INCENDIO AL NASTRO TRASPORTATORE

NESSUN FERITO, TUTTI I COMMENTI

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Un incendio é divampato questa mattina all’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, e si è sollevata un’ampia colonna di fumo nero visibile da molte parti della città. Non ci sono feriti. A prendere fuoco, spiegano fonti sindacali all’AGI, è stato il nastro trasportatore che dal quarto sporgente portuale trasferisce i minerali e le materie prime per la produzione dell’acciaio all’interno dello stabilimento, nei parchi minerali.
“I nastri trasportatori sono soggetti a questi episodi – spiega ad AGI Gennaro Oliva, coordinatore di fabbrica Uilm -. I rulli sono in movimento continuo, ci sono molte parti in gomma, ed é evidente che se l’impianto non viene sottoposto a manutenzione, come purtroppo sta accadendo da tempo in tutto il siderurgico, l’attrito, l’usura e il surriscaldamento, possono provocare prima o poi un incendio. Essendo poi presente molta gomma, si crea anche molto fumo”. Sul posto per domare le fiamme sono i Vigili del Fuoco del siderurgico. (AGI)
“Alle 8.40 si è verificato un piccolo incendio ad uno dei nastri trasportatori che portano il minerale dal porto ai parchi, senza danni a persone o cose. Il nastro, come tutti nello stabilimento, è coperto. L’evento è stato risolto in pochi minuti di intervento”. Lo dichiarano fonti vicine all’azienda Acciaierie d’Italia, ex Ilva, in merito a quanto accaduto questa mattina nello stabilimento di Taranto.

Le reazioni

PRISCIANO E LA NEVE (FIM CISL)

Dichiarazione congiunta
del Segretario Generale Aggiunto Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano
del Coordinatore di Fabbrica AdI Fim Cisl Taranto Brindisi, Vincenzo La Neve
Ex ILVA: «L’incendio al nastro è l’ennesima riprova di una gestione approssimata dello stabilimento».

L’insostenibile crisi gestionale che interessa lo stabilimento Acciaierie D’Italia continua ad arrecare danni ingiustificabili agli impianti,mettendo a serio rischio l’incolumità dei lavoratori e la salute dei cittadini di Taranto.
È di stamattina la notizia dell’incendio verificatosi al nastro trasportatore, nella zona Parchi minerali. Ennesimo evento imputabile ad una carenza di manutenzione ordinaria e straordinaria più volte denunciata dalla Fim Cisl a tutti i livelli.
Non accettiamo che il principale polo siderurgico d’Europa viva una condizione di degrado e crisi, mentre tutto il settore siderurgico registra numeri in crescita importanti.
Bisogna intervenire subito per bloccare il degrado di questa situazione incredibile, rilanciando l’azienda dal punto di vista gestionale, nonché produttivo.
La crisi di Governo, in tal senso, non aiuta. L’appuntamento al Mise del prossimo 3 agosto è importante – soprattutto per mantenere vivo il confronto – ma sappiamo che non sarà un incontro risolutivo.
Nell’ambito di un’azienda come Acciaierie D’Italia, in cui lo Stato e partner societario, anche in questa fase preelettorale, è fondamentale che il governo in carica, nell’ambito delle funzione che gli sono state attribuite, dia delle risposte rispetto alla gestione corrente della fabbrica, spronando il socio di maggioranza per un cambio di rotta in termini anche di corrette relazioni industriali e sindacali.
Per la Fim Cisl la sicurezza della fabbrica è fondamentale. Episodi come quello verificatosi questa mattina non sono accettabili e non vogliamo che si verifichino ancora.
Acciaierie D’Italia è un’azienda con gravi problemi di liquidità, logorata nei mercati finanziari e commerciali e il governo non può continuare a ritardare gli interventi per risolvere queste criticità. Per questo il il prossimo 3 agosto ci aspettiamo indicazioni chiare: Bisogna pagare gli appalti, perchè i lavoratori dell’indotto attendo i pagamenti; serve un piano di manutenzioni degli impianti credibile.
Chiediamo a gran voce di sbloccare questa situazione di immobilismo, che puntualmente porta a rinviare ogni impegno utile alla sicurezza lavorativa (dei lavoratori di AdI, Ilva in AS, Appalto e Indotto) e della salute dentro e fuori la fabbrica.

PAGANO (PD)

“Oggi abbiamo sfiorato un’altra tragedia con l’incendio al nastro trasportatore, che per fortuna non ha fatto vittime. Siamo stanchi di sopportare tutto questo. Se AM non ha più interesse nel gestire correttamente e con lungimiranza gli stabilimenti si faccia da parte una volta per tutte”. Lo dice, riferendosi all’incendio di stamattina a un nastro trasportatore dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, il deputato Pd Ubaldo Pagano. Incendio che ha sollevato una grande colonna di fumo nero vista da più parti di Taranto, anche a significativa distanza dall’acciaieria. “Mentre a Taranto si susseguono disastri e si sfiorano incidenti mortali, Arcelor Mittal guarda altrove, oltre l’oceano atlantico – aggiunge – il totale disinteresse di AM per le sorti degli stabilimenti e dei dipendenti dell’ex Ilva è assolutamente inaccettabile. Il piano industriale è fermo, la decarbonizzazione ancora un miraggio, l’indotto soffre i debiti che non gli vengono pagati e lo Stato è costretto a far intervenire Sace per tenere la barca a galla”. “Nel frattempo – conclude il parlamentare Dem – AM non mette un euro su Taranto ma spende più di 2 miliardi per acquistare un’altra acciaieria in Brasile. Quando finirà questa barzelletta? Quando riusciremo a chiudere questa brutta parentesi?”. (AGI)

BALDO E LENTI (EUROPA VERDE)
Avvenimenti come quello che si sta consumando in queste ore a Taranto testimoniano che sulla comunità cittadina continua a consumarsi un accanimento surreale e non più tollerabile.
Surreale perché, nonostante le evidenze scientifiche che il Ministero della Transizione ecologica continua a ignorare, si insiste a battere la strada dei fossili, evitando in modo antistorico gli investimenti sulle fonti energetiche alternative.
Surreale perché, oltre ad essere ignorata la sicurezza dei cittadini, viene costantemente calpestata la sicurezza dei lavoratori.
Non più tollerabile perché, sessanta anni di sacrificio umano, ambientale e culturale, rappresentano un passivo insostenibile.
Appaiono offensive le solite spiegazioni tecniche dell’azienda volte a ridimensionare un incidente che i sindacati attribuiscono, ancora una volta, alla mancata manutenzione di macchinari e impianti.
Europa Verde ribadisce la necessità di una decisiva inversione di marcia realizzabile unicamente attraverso il fermo immediato di tutti quegli impianti ormai evidentemente obsoleti che sono da sempre fonte di inquinamento e che oggi, sono anche fonte di spreco di denaro pubblico realizzato per mano di un top manager come Bernabè.
Eliana Baldo
Co portavoce cittadino di Europa Verde-Verdi Taranto
Antonio Lenti
Consigliere Comunale
IL SINDACO MELUCCI
“L’ex Ilva deve arretrare rispetto alla città. È un’esigenza che siamo tornati a manifestare all’Autorità Portuale, chiedendo ufficialmente che vengano riviste le concessioni demaniali marittime del II sporgente, ma è una necessità di fronte all’ennesimo incidente registrato proprio questa mattina”. Lo sottolinea il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci dopo l’incendio di questa mattina a un nastro trasportatore dell’ex Ilva. Si è sprigionata una nube nera visibile nitidamente anche a chilometri di distanza. “Ci sono troppe ragioni – aggiunge il primo cittadino – che giustificano il ridimensionamento dell’impianto e del suo rapporto con Taranto: la prospettiva tecnologico-industriale, i comportamenti verso la città, i lavoratori e l’indotto, soprattutto l’ormai avviata transizione verso un modello produttivo e sostenibile che abbia il mare come risorsa privilegiata”. Sul tema, conclude Melucci, “avevamo già avviato una riflessione con il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, anche perché le due istituzioni hanno in cantiere diversi progetti: il waterfront Mar Grande, la riqualificazione dell’area cerniera tra città e porto, tutti interventi che richiedono una prospettiva nuova, dove il siderurgico sia una presenza rarefatta. Siamo certi che riprenderemo presto a discuterne, in funzione della nostra richiesta ma, soprattutto, della consapevolezza che Taranto non subirà più il peso di alcuna monocultura”.

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