EX ILVA: ARRIVANO TRE MOMENTI DI PROTESTA

Il 24 per l'arrivo di Di Maio, concerto dell'Uno Maggio e manifestazione del 4 maggio

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(AGI) – Taranto, 22 apr. – Dal 24 aprile al 4 maggio la protesta contro quella che è stata l’Ilva ed ora si chiama Arcelor Mittal, avrà a Taranto un’impennata attraverso tre distinti momenti: l’arrivo del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che mercoledì sarà in Prefettura, a Taranto, per presiedere il riavvio del tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo ed incontrare le associazioni ambientaliste; il concerto dell’1 Maggio, promosso dal movimento “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” che da anni ormai rivendica la chiusura dell’acciaieria e delle fonti inquinanti; infine la manifestazione del 4 maggio all’esterno della fabbrica, con arrivo a Taranto di movimenti e associazioni da tutta Italia, dal titolo “Ancora Vivi”. Sebbene Di Maio venga a Taranto – la sua presenza è attesa da fine settembre scorso, da quando al Mise  è stato firmato l’accordo per Il passaggio dell’Ilva ad Arcelor Mittal – per rifare il punto sul Contratto di sviluppo, lo strumento messo in pista dal precedente Governo per investire in infrastrutture, bonifiche ambientali, porto, sanità, recupero della città vecchia e riqualificazione urbana, il tema del siderurgico, con tutte le sue implicazioni, è comunque all’ordine del giorno. Anzitutto perché l’arrivo del vice premier a Taranto avviene dopo il Consiglio dei ministri di domani con all’ordine del giorno il decreto “Crescita”, che dovrebbe contenere anche la progressiva abolizione dell’immunità penale che una legge del 2015 ha concesso ai commissari Ilva, loro delegati e agli acquirenti della fabbrica (in quest’ultimo caso Arcelor Mittal) solo relativamente alle condotte per l’attuazione del piano di risanamento ambientale.  Da tempo l’area ambientalista ma anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rivendicano l’abolizione dell’immunità penale, e il fatto che sia stata mantenuta anche col passaggio dell’Ilva ad Arcelor Mittal ha acceso le proteste, prendendo come bersaglio proprio l’M5S che, secondo l’accusa, nella campagna elettorale di un anno fa aveva promesso non la soppressione dell’immunità, ma addirittura la chiusura dell’Ilva per far spazio alla riconversione economica. Il 24 aprile, a partire dalle 10, i movimenti Giustizia per Taranto, Taranto Respira, Tamburi Combattenti, Flm Cub e Tutta mia la Città, manifesteranno davanti alla Prefettura, “contro le politiche di Di Maio e di tutto il governo giallo-verde”. “Dopo quasi un anno di ipocrisia, tradimenti, bugie e latitanza, il 24 aprile – sostengono i movimenti – il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, sarà finalmente a Taranto. Ci preme sottolineare che, come associazioni, movimenti e comitati ascoltati a Roma durante le audizioni al Mise lo scorso giugno per la questione Ilva, abbiamo fornito a Di Maio, ed al Governo tutto, dati, valutazioni e possibili soluzioni per una riconversione ecologica della nostra economia che passi necessariamente dalla chiusura delle fonti inquinanti, con la riqualificazione ed il reimpiego delle maestranze in opere di risanamento del territorio”. E “oggi – si prosegue -, in piena campagna elettorale per le europee, Di Maio pensa di venire a Taranto a raccontare nuove bugie”. Questi movimenti, un anno fa, hanno votato Cinque Stelle proprio per gli impegni sull’ex Ilva e poi hanno accusato l’M5S di “tradimento” degli stessi impegni. Non meno forte la critica all’M5S rinnovata  dai “Liberi e Pensanti” in occasione del prossimo concerto dell’1 Maggio (sul palco, tra gli altri, Max Gazzè, Elio e Malika Ayane).

Anche in questo caso si tratta di un movimento che un anno fa era molto vicino ai pentastellati. Due loro esponenti sono stati eletti in Consiglio comunale a Taranto ma per la vicenda ArcelorMittal hanno poi abbandonato l’M5S dichiarandosi indipendenti mentre l’ex candidato sindaco Francesco Nevoli si è dimesso da consigliere comunale. “Un anno dopo la proposta avanzata dal comitato – sostengono i “Liberi e Pensanti” alla vigilia dell’evento dell’1 Maggio – di creare un Accordo di Programma, che così come accaduto a Genova avrebbe potuto cambiare le sorti di Taranto e di tutta la Puglia, non è possibile non registrare le promesse disattese di chi sposò quel progetto ma che oggi, pur essendo al governo del Paese, persegue progetti industriali opposti per la città e il suo siderurgico. Quell’insieme di azioni economiche e legislative nate dal lavoro coordinato di associazioni e cittadini è stato “dimenticato” il giorno dopo le elezioni politiche. Una consuetudine a cui i tarantini sono stati abituati”.

Infine, il 4 maggio sono attesi a Taranto tutti i movimenti e le realtà che dalla Tav al Tap al Muos in Sicilia hanno fatto della protesta il loro punto forte. “Noi vogliamo vivere” si legge sul volantino che alle 14 del 4 maggio partirà da piazza Gesù Divin Lavoratore, nel rione Tamburi – il quartiere vicino all’acciaieria – per portarsi davanti ad Arcelor Mittal. Per “l’Ilva di Taranto, ora Arcelor Mittal – si legge nell’appello nazionale -, vecchie e nuove forze politiche si sono costruite una falsa identità, tradendo le promesse fatte nelle solite campagne elettorali e riciclandosi a nuovi tutori ambientali”. Ora l’obiettivo del presidio del 4 maggio è rendere “la questione Ilva molto di più di una battaglia ambientalista”. I promotori del 4 maggio, infine, nelle notti del Giovedi e Venerdi Santo, ma anche la mattina del Sabato Santo, hanno issato striscioni di protesta (restando però in silenzio) in occasione del passaggio delle processioni dell’Addolorata e dei Misteri. “Traditi con la nostra croce a carico – si leggeva su uno di essi -: anche Taranto vuole risorgere”. (AGI)

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